ASZ Insider#48: Nascar Cup Series Charlotte

ANNOUNCEMENT MOTORSPORT

Mark Bruno come sempre puntualissimo pronto per il suo recap della Nascar Cup di Charlotte! Buona lettura

BLANEY TORNA A VINCERE DOPO PIÙ DI UN ANNO 

L’ultima vittoria non ufficiale del pilota 29enne dell’Ohio risale alla All Star Race dello scorso anno, mentre l’ultima addirittura alla Coke 400 del 2021. 

 

Dopo la pausa della All Star Race disputata sul mitico circuito di North Wilkesboro e vinta da Kyle Larson, si approda a Charlotte per il Memorial Week (in cui si disputa anche la 500 miglia di Indianapolis).

Il meteo a Charlotte non è dei migliori ed è clemente solo con la gara della Truck Series, vinta da Ben Rhodes. Le qualifiche della Cup Series sono cancellate, mentre la gara viene rimandata a lunedì, con partenza alle 21 italiane.

Da segnalare il ritorno di Alex Bowman, che dopo essersi infortunato, torna alla guida della Chevy Camaro #48. A correre la gara più lunga del calendario ci sono anche Zane Smith, sulla #38 del team di Front Row di Todd Gilliland (in RWR sulla #51 per questa gara) e 7time Jimmie Johnson, partente per la 3° volta in questa stagione sulla #84.  

ORDINE DI PARTENZA: 

  1. William Byron #24 
  2. Kevin Harvick #4
  3. Brad Keselowski #6
  4. Denny Hamlin #11
  5. Kyle Busch #8
  6. Chase Elliott #9
  7. Bubba Wallace #23 
  8. Ryan Blaney #12 
  9. Christopher Bell #20 
  10. Ricky Stenhouse Jr #47
  11. Chris Buescher #17 
  12. Kyle Larson #5 
  13. Harrison Burton #21 
  14. Ross Chastain #1 
  15. Tyler Reddick #45 
  16. Justin Haley #31 
  17. Joey Logano #22 
  18. Martin Truex Jr #19 
  19. Ty Gibbs #54 
  20. Chase Briscoe #14 
  21. Austin Cindric #2 
  22. Ryan Preece #41 
  23. Aric Almirola #10 
  24. Daniel Suarez #99
  25. Corey LaJoie #7 
  26. Erik Jones #43 
  27. AJ Allmendinger #16 
  28. Noah Gragson #42 
  29. Zane Smith #38 
  30. Michael McDowell #34 
  31. Alex Bowman #48 
  32. Ty Dillon #77
  33. Austin Dillon #3 
  34. BJ McLeod # 78
  35. Todd Gilliland #51  
  36. JJ Yeley #15 
  37. Jimmie Johnson #84 

PRIMO STAGE (100 giri)

William Byron guida i piloti verso la linea del traguardo, con la bandiera verde che sventola per il primo quarto di gara.  Byron surclassa Harvick al via, con quest’ultimo che è costretto anche a difendersi da Busch. Byron non rimarrà molto al comando, e a mostrare superiorità di ritmo sono le Toyota del Joe Gibbs Racing di Bell, Hamlin e Truex, con Gibbs più attardato fuori dalla top 15.

Anche Blaney sembra trovare la sintonia con la pista di Charlotte, in un amore che non è ancora sbocciato. Harvick invece si trova in netta difficoltà e sprofonda addirittura in 18° posizione dopo soli 18 giri. 

Al 35° giro viene esposta da regolamento la Competition Caution, prevista in seguito all’annullamento della sessione di qualifiche. Rientrano tutti nei pit, e BJ McLeod, l’unico pilota doppiato, ha accesso al lucky dog. 

La gara viene ripristinata al 42° giro, con Byron, uscito vincitore della gara dei pit, a guidare il gruppo. Blaney si rivela subito ai suoi avversari come protagonista della gara, scalzando Byron dall’esterno, il quale fatica anche a difendersi da Bell. Blaney mantiene la testa della gara, ma il suo momento di gloria viene interrotto dopo 22 giri dal pilota dell’Oklahoma, che riesce a soffiargli il posto al sole.

Il periodo di green flag viene messo in pausa da Jimmie Johnson, che perde il controllo sulla linea alta in uscita da curva 2, e finisce in testacoda, baciando il muretto esterno e spiattellando le gomme. Rientrano di nuovo tutti per il cambio gomme, e la pit-crew di William Byron effettua ancora una volta un lavoro eccezionale, con il pilota di casa a partire ancora una volta dal palo.

Il caos regna in pit-road, con Michael McDowell che viene penalizzato per vehicle interference dopo aver invaso la piazzola di Bubba Wallace in uscita. 

Byron stavolta sceglie l’esterno, mentre Blaney lo affianca dalla traiettoria bassa per il restart dell’80° giro. All’ingresso della prima sopraelevata, si affianca anche Bell sull’esterno di Byron, a creare un ventaglio in vista del rettifilo opposto, senza poi effettivamente riuscire a concludere la manovra di attacco positivamente. Blaney prova in tutti i modi a resistere all’interno, ma è il pilota della #24 ad avere ragione.

L’interno non sembra dare i suoi frutti per Blaney, che viene anche ingaggiato da Bell per l’inizio del secondo giro dopo l’ultima green flag, a -20 dalla conclusione del primo stage. La difesa di Blaney comunque è sufficiente per mantenere il secondo posto, e davanti Byron non riesce a scappare via.

L’ultimo giro dello stage è al fulmicotone; Blaney è all’interno di Byron dopo essersi infilato in curva 3, mentre Bell guarda la battaglia da spettatore non pagante in prima fila.

L’uscita dalla 2 non permette a Blaney di ottenere una buona velocità nel backstraight, e la fatalità viene confermata non solo con la fuga di Byron, ma anche con il successivo sorpasso di Bell.

Per chiamare il vincitore del primo stage bisogna aspettare la bandiera a scacchi verde e bianca, perché la velocità portata da Bell nelle seconda ed ultima sopraelevata è impressionante.

Bell rimane sempre esterno, tocca il muretto e si affianca a William Byron, il quale può alla fine tirare un sospiro di sollievo in quanto è riuscito a portare a casa lo stage, il settimo stagionale.

TOP 10 STAGE 1: 

  1. William Byron #24 
  2. Christopher Bell #20 
  3. Ryan Blaney #12 
  4. Tyler Reddick #45 
  5. Martin Truex Jr #19 
  6. Denny Hamlin #11 
  7. Kyle Busch #8
  8. Brad Keselowski #6
  9. Kyle Larson #5 
  10. Ricky Stenhouse Jr #47 

SECONDO STAGE (100 giri)

Tutti i piloti si fermano a cambiare le gomme, eccezion fatta per McDowell, che rimane fuori e balza momentaneamente in testa alla gara. Byron non ha problemi a passare la Mustang del team di Front Row, ma ad avere ancora meno problemi è Bell, che dopo meno di 10 giri tallona e scavalca il pilota della #24. Byron non ne ha e perde posizioni, scivolando addirittura 5° 4 giri dopo il sorpasso di Bell, dietro anche a Blaney, Reddick e Busch.

Il ciclo delle soste comincia con Cindric al giro 141°, che gratta il muro esterno nel backstraight e rientra anche per effettuare delle riparazioni, finendo però come primo dei doppiati. Dopo le soste, Reddick prende la leadership, mentre Bell, dopo una sosta lenta, ne esce 5°. Ma madre natura ha ancora qualcosa in serbo per la Coke 600 con l’arrivo di un nuovo scroscio di pioggia, che costringe la chiamata della red flag.

I piloti escono dalla macchina con i temperamenti molto caldi e in particolare si accende una discussione molto particolare tra Almirola e Wallace. Il pilota della #10 ha mostrato un po’ di frustrazione nei confronti di Wallace, chiedendogli un confronto ma quest’ultimo di tutta risposta gli alza il dito, stizzendo Almirola che, al culmine del confronto, spintona l’afroamericano.

 Dopo un’ora di delay, la gara riprende al giro 164, con Reddick che seleziona l’esterno alla choose rule, con Blaney, Truex, Suarez, Elliott, Keselowski, Byron, Busch, Buescher ed Hamlin a comporre la top 10. Come potete ben vedere, in questa top 10 è assente Christopher Bell, il quale viene relegato in fondo alla classifica per unapproved adjustment in regime di red flag.

Reddick alla partenza vola all’esterno e Truex lo segue a ruota affiancandosi a Blaney, autore di uno scatto non ottimale. Nel backstraight Johnson finisce nuovamente in testacoda, con la gara che viene subito neutralizzata a seguito di un contatto proprio con Gragson, in quello che è un vero e proprio macello in casa Legacy Motor Club. 

Si riparte alla 170° tornata, e Reddick e Blaney rimangono affiancati in una ripartenza lavica dal punto di vista dell’azione in pista. Il periodo di green flag si interrompe al 176° giro e stavolta Busch, vittima di sottosterzo in uscita dalla 2, finisce in testacoda nel tentativo di evitare la vettura di Keselowski. Suarez, in “nowhere to go”, prende in pieno la #8 intraversata e danneggia gravemente la sua Camaro #99.

Kyle Busch vuole mettersi in mostra procedendo per tutto il backstraight in retromarcia e rimettendosi nella direzione corretta con grande stile prima di rientrare in pit-road ad effettuare le riparazioni. Le strategie vengono differenziate con Keselowski, Gibbs, Larson che cambiano 4 gomme, mentre Logano, Haley, Allmendinger, Bell, Cindric e Preece riforniscono anche, mentre le vetture rimanenti rimangono fuori. 

Al comando del pack che si dirige alla bandiera verde del 182° giro c’è sempre Reddick, che guida il gruppo sempre dall’esterno. Blaney stavolta beffa Reddick e al contempo nel midpack Almirola tocca il muro in uscita dalla 4, rischiando di venire travolto dai colleghi. I piloti cambiano ritmo, cercando di farsi le spalle larghe nel gruppo, ma il culmine viene raggiunto al 186° giro con Elliott e Hamlin, che dopo un primo contatto nel backstraight, scatenano un incidente vero e proprio all’introduzione nel rettilineo principale.

Hamlin allarga sulla traiettoria di Elliott in uscita dalla 4 e il pilota della #9 non può evitare il contatto contro il muretto esterno. La Camaro di Elliott rimbalza sulla Camry di Hamlin, e il pilota di Tampa a bordo della #11 viene preso nel quarter panel posteriore, girandosi e urtando il muretto del traguardo con grande forza. L’impatto è devastante, ma Hamlin esce dall’abitacolo sulle sue gambe e senza un graffio, mentre Elliott riporta danni pesanti sulla sua auto che non gli permettono di continuare.

Si parla di intenzionalità del secondo contatto da parte di Elliott, il quale dopo essere stato stretto a muro, avrebbe volontariamente colpito Hamlin. Ma il campione 2020 della Cup Series si autoassolve affermando di non avere avuto più direzionalità dopo aver raschiato il muro.

Hamlin invece lo accusa di aver causato appositamente il contatto non appena uscito dal Medical Center per accertamenti (e in seguito con un post su twitter pubblica la telemetria della #9 che lascia spazio a pochi dubbi).

La rivalità fra i due era scoppiata nel 2017 a Martinsville, quando entrambi si giocavano l’ingresso alla Season Finale a Miami, con Hamlin che privò della vittoria ad Elliott dopo un bump estremamente aggressivo. Dopo il 2017 i due sembravano essersi riappacificati, ma l’episodio avvenuto a Charlotte potrebbe essere la scintilla di una seconda rivalità. 

La caution esposta a poco più di 10 giri dalla conclusione del secondo stage, vede Byron, Chastain, Busch, Stenhouse, LaJoie, Wallace, Cindric e Suarez ai pit. Si riparte ai -8 dalla fine del secondo stage, con Blaney che guida il gruppo sull’esterno, mentre Buescher prova a sorprendere il pilota della #12.

La manovra di Buescher funziona e il pilota di RFK si porta in testa alla gara con Blaney che non sembra in grado di preparare una controffensiva. Blaney crolla in piedi e viene infilato anche da Harvick, Keselowski e Logano, scivolando dunque in 5° posizione. 

Buescher vince il suo primo stage dal 2021, ma l’esposizione della caution viene anticipata a causa di McLeod, fermo in mezzo alla pista nel rettilineo del traguardo dopo un testacoda. 

TOP 10 STAGE 2:

  1. Chris Buescher #17
  2. Kevin Harvick #4 
  3. Brad Keselowski #6 
  4. Joey Logano #22
  5. Ryan Blaney #12 
  6. Christopher Bell #20 
  7. Ty Gibbs #54
  8. William Byron #24 
  9. Ross Chastain #1 
  10. Bubba Wallace #23 

TERZO STAGE (100 giri)

Tutti i piloti, eccezion fatta per Stenhouse e Busch, optano per la sosta. Stenhouse sceglie l’esterno e alla ripartenza brucia Busch, che viene insidiato anche da Harvick. Il pilota del JTG non può sopperire troppo alla mancanza di velocità della sua Camaro dovuta alle gomme usurate e fa giusto in tempo a concludere il giro in testa prima di venire passato da Harvick. Stenhouse e Busch vengono risucchiati nel gruppo e Harvick guida la gara seguito da Logano.

Passano 10 giri e l’ottima gara di Keselowski viene presto rovinata a causa di una gomma malfissata. Blaney continua ad essere veloce, e dopo aver passato Logano scavalca pure Harvick per riprendersi la posizione d’onore. Il 232° giro vede una nuova caution: Bell (5°), si gira in uscita da curva 4 e manca per pochissimo il muretto che separa l’infield grass dalla pit road.

La caution concentra le operazioni in pit road al giro 233° con Byron come sempre vincitore della gara dei pit, mentre Truex, Chastain e Busch finiscono a contatto. Truex riceve una penalità di equipment interference.

Il 237° giro è il momento della ripartenza e Byron dall’esterno viene annichilito da Blaney, che riprende la testa della classifica. La gara assume toni più tranquilli con qualche scaramuccia a centro gruppo, ma al 277° si ritorna sotto yellow. Keselowski in battaglia con Gilliland perde il controllo dalla linea alta e sbatte contro il muretto esterno, danneggiando il muso. Contemporaneamente Gilliland viene toccato e si intraversa, rovinando le convergenze che lo costringono al ritiro. 

Il copione in pit road è sempre lo stesso: la pit crew di Byron è impeccabile e il pilota della #24 del team di Mr H torna al comando. Ma stavolta Byron parte dall’interno, anche se pure in questo caso ciò non scongiura il ritorno di Blaney nella posizione di testa al giro successivo a quello della ripartenza (282). Due tornate dopo Byron si deve difendere anche da Reddick, che con un incrocio favoloso passa “Willy”.

Ai -8 Bell, in 15° posizione in procinto di rimontare, sembra aver perso fiducia sulla sua Camry, e tocca pesantemente il muro, scivolando in 24°. Anche Larson (5°) sbaglia a 4 giri dalla conclusione e tocca le barriere, lasciando strada a Ty Gibbs. Blaney, senza ostacoli, vince il terzo stage, seguito da Reddick e Truex che hanno duellato fino alla fine. 

TOP 10 STAGE 3:

  1. Ryan Blaney #12 
  2. Tyler Reddick #45
  3. Martin Truex Jr #19 
  4. William Byron #24 
  5. Ty Gibbs #54 
  6. Kyle Larson #5 
  7. Kyle Busch #8 
  8. Kevin Harvick #4 
  9. Ricky Stenhouse Jr #47 
  10. Alex Bowman #48 

QUARTO STAGE (100 giri)

La pit crew di Byron ripete ancora una volta il lavoro eccellente e William vince la gara dei pit. Ryan Blaney ancora una volta ripete il lavoro eccellente in partenza, intenzionato a riportare la sua Mustang #12 al successo. Reddick ne approfitta ad accordarsi a Blaney, mentre Byron non ha il passo dei primi. Al giro 325 Reddick si rende protagonista di un save incredibile, perdendo il retrotreno in curva 4 e facendola derapare per mantenerla nella direzione corretta, mentre al giro successivo, nella stessa curva, tocca il muro esterno senza riportare grandi danni.

McDowell inaugura le soste al 341° passaggio, ma, dopo la sosta, nell’apron di curva 2 la sua gomma si stacca e la caution viene chiamata. La robotica pit crew di Byron continua a fare un lavoro eccellente (18 posizioni guadagnate nel complessivo durante le soste) e si ritrova a partire davanti a Reddick. Blaney scivola dietro a Busch, con i giochi della ripartenza che si fanno più complicati. 

Si arriva al giro 350 e Byron stavolta parte bene e tiene a bada Reddick, che viene scavalcato da Busch e Larson. Reddick appare in netta difficoltà e al giro 357 viene affiancato da Harvick nella seconda soprelevata. Ma “The Closer” commette un errore molto importante, appoggiandosi alla fiancata della #45 e girandosi nell’infield grass, con la conseguente neutralizzazione della gara.

Si fermano tutti, escluso Zane Smith che si antepone ai suoi avversari alla ripartenza del giro 363 scegliendo l’esterno. 

La ripartenza non è per niente tranquilla, in quanto AJ Allmendinger si gira, coinvolge Logano che a sua volta riporta dei danni. Zane Smith nel processo perde molte posizioni con delle gomme da considerarsi quasi andate.

Si rifà tutto al giro 370 ma la ripartenza è ancora una volta di quelle caotiche, con Cindric che perde il controllo della sua Mustang sbattendo contro le safer interne.
Un tentativo di una ripartenza pulita va ancora a vuoto, con Larson (4°) che perde il posteriore nella percorrenza di curva 1-2 coinvolgendo Bell, Logano e Gibbs, mentre Byron viene passato da Blaney. 

La ripartenza pulita arriva al giro 381, e Blaney si sbarazza facilmente di Byron, che dall’interno non riesce a trovare la quadra. Ryan Blaney taglia per primo il traguardo e vince la gara. YRB (Young Ryan Blaney) è in grado di spezzare l’incantesimo di una winless streak durata 50 gare, dalla Coke 400 del 2021. Si tratta della prima vittoria di Blaney nella configurazione ovale di Charlotte. 

CLASSIFICA FINALE: 

  1. Ryan Blaney #12 
  2. William Byron #24 
  3. Martin Truex Jr #19 
  4. Bubba Wallace #23 
  5. Tyler Reddick #45 
  6. Kyle Busch #8 
  7. Ricky Stenhouse Jr #47 
  8. Chris Buescher #17 
  9. Austin Dillon #3 
  10. Zane Smith #38 
  11. Kevin Harvick #4 
  12. Alex Bowman #48 
  13. Ryan Preece #41 
  14. AJ Allmendinger #16 
  15. Justin Haley #31 
  16. JJ Yeley #15 
  17. Corey LaJoie #7 
  18. Harrison Burton #21 
  19. Brad Keselowski #6 
  20. Chase Briscoe #14 
  21. Joey Logano #22 
  22. Ross Chastain #1 
  23. Daniel Suarez #99
  24. Christopher Bell #20 
  25. Aric Almirola #10 
  26. Ty Gibbs #54 
  27. Ty Dillon #77 
  28. Michael McDowell #34 
  29. BJ McLeod #78 
  30. Kyle Larson #5 (ritirato)
  31. Austin Cindric #2 (ritirato)
  32. Erik Jones #43 (ritirato)
  33. Todd Gilliland #51 (ritirato)
  34. Chase Elliott #9 (ritirato)
  35. Denny Hamlin #11 (ritirato)
  36. Noah Gragson #42 (ritirato)
  37. Jimmie Johnson #84 (ritirato)

Conclusa una delle tappe più lunghe e importanti del calendario, ci si trasferisce in Missouri e precisamente nel World Wide Technology Raceway ovvero a Gateway (pista tornata lo scorso anno nel calendario della Cup Series). Partenza prevista alle 21:30 di domenica.