Marco Bruno ci porta per la seconda volta in settimana nella Nascar Cup per la Yellawood 500 di Talladega! Buona lettura!
CHASE ELLIOTT VINCE A TALLADEGA
Il campione Cup 2020 entra di diritto nel Round of 8 con il suo 5 successo stagionale, il 18° della sua carriera.
La seconda gara del Round of 12 vede un protagonista in meno, ovvero Alex Bowman, non dichiarato idoneo a correre dopo la collisione con il muretto esterno avvenuta in Texas. Noah Gragson può così provare le sensazioni di calarsi nell’abitacolo dell’ormai illustre N°48 (vincitrice di 7 titoli con Jimmie Johnson). A segnare il cronometrico migliore in qualifica è Christopher Bell, seguito da Kyle Larson. Partire davanti a tutti a Talladega non è molto importante, considerando che in una configurazione superspeedway le posizioni si mescolano abbastanza facilmente.
STAGE 1 (60 giri)
La partenza è caratterizzata dallo spostamento in fila interna da parte di Kyle Larson, il quale ha subìto una spinta da parte di Aric Almirola. Il pilota della #10 è riuscito a portare abbastanza velocità per passare al comando e ad anteporre la sua Mustang davanti alla Camaro di Larson, trainando con sé Ross Chastain. La prima caution di giornata che viene esposta al 7° giro è per detriti. Il pilota della #42 Ty Dillon ha infatti perso il finestrino laterale, conseguendo l’intervento della Race Direction. Nelle prime operazioni di pit stop sotto caution, Austin Cindric non rispetta il limite imposto in ingresso pit road, con la conseguente penalità di ripartire in fondo al gruppo.
Erik Jones detta il ritmo alla bandiera verde dell’11° giro sulla fila interna, mentre a fare da locomotiva sulla fila esterna è Ross Chastain. Le due file procedono tranquillamente in parallelo, con il solo Erik Jones a fare due cambi di fila durante il 15° giro, passando prima all’esterno per mettersi davanti a Chastain per poi ritornare nel “fondo” del banking. Durante il 22° giro l’affamato Ricky Stenhouse Jr intende creare una terza fila sull’esterno con la speranza di agguantare le posizioni di testa. Harrison Burton, più avanti nel gruppo, decide di scartare dalla fila centrale a quella esterna, per cercare di ottenere un “bump-drafting” dal pilota della #47 al fine di risalire la china.
I bump di Stenhouse, come da prassi, sono un grande aiuto ma difficili da gestire, tanto che al giro 25 va in scena il primo crash della giornata. Harrison Burton perde il controllo della sua 21 a causa dell’ennesima tamponata di Ricky Stenhouse Jr, e colpisce con il retrotreno le safer barrier all’esterno della prima sopraelevata. Noah Gragson, unitosi anche lui al trenino esterno, è costretto a scartare verso l’interno per evitare di colpire la Mustang di Burton, finendo per essere colpito da Joey Logano e Justin Haley. Le altre tessere dell’effetto domino innescato sono Justin Allgaier e Ty Gibbs (avversari in XFinity Series). La #23 del giovane promettente, nipote di Joe Gibbs, viene schiacciata incolpevolmente dalla #62 ormai incontrollabile di Allgaier, con Ty che colleziona così un altro ritiro. L’incidente, che ha esposto la seconda caution della gara, è avvenuta durante la fuel window, permettendo a tutti i piloti di rientrare e rifornire per completare il primo stage.
Dopo il valzer dei pit-stop, Kyle Busch ha l’onore di guidare il gruppo nella restart zone sulla fila interna, mentre Blaney accompagnerà i suoi inseguitori della linea esterna per la bandiera verde del 30° giro. La ripartenza è più agitata del solito, considerando lo spunto ottimale della linea di Blaney, che permette a Chase Elliott (alle spalle di Blaney stesso) di sopravanzare Kyle Busch mettendosi a capitanare così il tandem interno.
La fila esterna sembra a questo punto perdere terreno, ma a salvarla ci pensa il pilota messicano Daniel Suarez, il quale prende le veci di Blaney, sfrutta la scia laterale, sopravanza Elliott e si accomoda all’interno in prima posizione. La gloria dell’alfiere del team di Trackhouse dura poco, in quanto il momentum della fila esterna creato dallo stesso pilota messicano permette ad Hamlin di passare in cima.A 15 giri dal termine del primo stage, Lajoie parte per la tangente in ingresso della prima sopraelevata e colpisce violentemente il muretto esterno a causa di un cedimento della posteriore destra, causando la terza gialla di giornata.
La neutralizzazione della gara non prevede ulteriori soste nel gruppo di testa, permettendo così la ripartenza a 10 giri dalla fine. Dal “bottom” dell’ovale Byron rifila una grande spinta a Denny Hamlin, permettendo ai due di posizionarsi ampiamente davanti al pack per qualche giro. La vera e propria battaglia per la conquista dello stage scoppia dal 57° giro proprio tra Byron ed Hamlin, con un Chase Elliott e Ryan Blaney nelle qualità di spettatori non paganti. Il pilota della #12, stufatosi del ruolo di spettatore, decide di diventare protagonista proprio in vista dell’ultimo giro. Proprio come nei migliori film di corse, la gara si conclude al fotofinish, con Blaney a spuntarla su Hamlin.
STAGE 1 TOP 10
- Ryan Blaney #12
- Denny Hamlin #11
- Chase Elliott #9
- Austin Cindric #2
- Joey Logano #22
- Ricky Stenhouse Jr #47
- Kyle Busch #18
- Kyle Larson #5
- Noah Gragson #48
- Erik Jones #43
STAGE 2 (60 giri)
La classifica post pit prevede un Larson al comando seguito da Jones. Alla green flag Chastain spinge Larson, mentre Jones ha l’aiuto di Blaney. Il pilota della #12 non esita però ad attaccare Jones, rimettendosi in qualità di locomotiva della fila alta, andando a questo punto ad impensierire Larson. L’unico pilota qualificato ai playoff a non aver vinto ancora una gara in questa stagione passa il campione in carica e si mette al comando. All’11° passaggio del secondo stage Blaney cambia diverse volte la sua traiettoria scombussolando l’ordine del gruppo, che per fortuna non innesca alcun big one. Ryan, il giro dopo, si rende autore di un errore e nel percorrere la linea più esterna schiaccia a muro il suo ex teammate Brad Keselowski, il quale prontamente alza il piede dal pedale del gas ed evita la frittata. Ceduta la leadership ad Aric Almirola, Blaney indietreggia nel gruppo per non sforzare troppo il suo motore Roush Yates.
La gara si cristallizza e le auto cominciano a schierarsi in una formazione costituita da un’unica fila, con Almirola che detiene per la maggior parte del tempo la vetta della classifica, ceduta solo per qualche tornata ad un ottimo Todd Gilliland. Il ghiaccio si rompe con l’apertura della fuel window al 39° passaggio del secondo stage, con le Ford di Blaney, Logano, Buescher, Keselowski e Briscoe che sono le prime a fermarsi per effettuare il cambio di tutte e 4 le gomme e rifornimento. Al passaggio sul traguardo successivo tocca alle 4 Toyota Camry del Joe Gibbs Racing, ma a regalare un piccolo brivido agli spettatori ci pensa un testacoda di Christopher Bell all’inizio della pit road, dopo una frenata molto al limite. (Sarà comminato un pass through al pilota dell’Oklahoma per essere entrato troppo forte). Al 42° giro dello stage a rientrare sono le 4 Chevy dell’Hendrick Motorsport insieme a Ross Chastain, Ricky Stenhouse, Ty Dillon ed Erik Jones. A 18 giri dalla conclusione del secondo stage rientrano Reddick, Suarez, Haley, Cassill ed Hemric. La finestra delle soste sotto green flag termina a 17 giri dalla fine dello stage con il rientro di Almirola, Harvick, Custer, Gilliland e McDowell. L’esito delle soste è la conquista della leadership da parte del vincitore della scorsa gara Tyler Reddick, tallonato da Suarez, Larson, Elliott e Chastain.
Gli animi cominciano a bollire dopo le soste con la creazione di una seconda fila da parte delle Hendrick Motorsport, capeggiata da Kyle Larson. A 9 giri dall’esposizione della bandiera a scacchi bianca-verde, Elliott effettua un bump-drafting sulla #5 del suo compagno di squadra, accompagnandolo verso il comando della corsa. La situazione rimane in fase di stallo fino al transito sulla seconda sopraelevata durante l’ultimo giro dello stage, momento in cui Tyler Reddick scarta verso destra dopo aver finito il bio-etanolo. In uscita dalla sopraelevata arriva lo “slingshot” di Chase Elliott, in grado di sfruttare la scia di Larson fino all’ultimo millimetro, per poi spostarsi esterno e a portare a termine il sorpasso sulla linea del traguardo portando con sé un velocissimo Justin Haley.
TOP 10 STAGE 2
- Chase Elliott #9
- Justin Haley #31
- Kyle Larson #5
- Daniel Suarez #99
- Erik Jones #43
- Ross Chastain #1
- Landon Cassill #77
- Chris Buescher #17
- Daniel Hemric #16
- Chase Briscoe #14
STAGE 3 (68 giri)
L’ultimo stage riparte con Jones interno e Chastain sull’esterno. La lotta per la capitaneria della fila interna vede prima favorito Buescher e poi Hamlin, in grado di impensierire Chastain. I ranghi dopo 6 giri convergono nelle posizioni di testa, preannunciando una gara di gestione molto simile a quanto visto in stage 2. Bubba Wallace a 51 giri dalla fine indietreggia per far riposare il motore, con un appunto via radio del suo collega (ma anche owner del suo team) Denny Hamlin, stupito del fatto che proceda così lentamente. La situazione si scalda a 42 giri dalla fine, un po’ prima del solito, con Chastain che cambia linea agitando il gruppo inseguitore.
A -36 Blaney decide di rompere gli indugi creando un secondo trenino pronto a fronteggiare Ross Chastain. A 28 giri dalla conclusione si ricomincia con il valzer dei pit stop con le Ford prime a rientrare, mentre alla tornata successiva si fermano le Chevy e le Toyota. Ryan Blaney si riconferma al comando della gara anche dopo le operazioni ai box, mentre Brad Keselowski è costretto a scontare un pass through per “speeding” in pit road. Il temperamento dei piloti dopo la finestra dei pit sembra riscaldarsi con la creazione di un three wide nelle posizioni di rincalzo, mentre nelle posizioni di testa Erik Jones va a creare una fila di auto sulla parte bassa del circuito pronta ad infastidire Blaney.
L’aiuto di Michael McDowell nei confronti di Erik Jones mette in allerta Ryan Blaney e Ross Chastain, i quali, a 17 giri dalla fine, dall’esterno della pista si spostano verso l’interno, creando così una situazione di temporanea “single file”. Si comincia a respirare aria di big-one a 12 giri dalla fine, nel momento in cui il gruppo di testa incontra il gruppo dei doppiati, mettendo a serio repentaglio gli schemi che si sono formati poc’anzi. Blaney finisce quasi per tamponare violentemente Brad Keselowski, ma per fortuna il tutto si risolve con un brivido lungo la schiena del pilota in forza al team Penske. Proprio quando le immagini televisive trasmettono le prime manovre di hard racing nel pack, a 7 giri dalla conclusione della gara, la vettura di Hemric stalla in pit road, comportando la 4° caution della gara.
Nessuno ragionevolmente si ferma in pit road e lo shootout di due giri (non in overtime) sul velocissimo superspeedway di Talladega è alle porte. Chiunque può vincere la gara e chiunque può essere coinvolto in un eventuale incidente. La green flag sventola per l’ultima volta con il pack tirato da Jones sull’esterno e Blaney sull’interno, in quelle che sono due posizioni potenzialmente svantaggiose e vulnerabili da un eventuale sorpasso degli avversari alle spalle, i quali hanno modo di sfruttare la scia per attaccare.
Jones non sembra procedere a velocità sostenuta, lasciando strada ad un Elliott che prontamente scarta dal tandem di Blaney al comando della traiettoria esterna, rivitalizzandola. Sventola la bandiera bianca sul velocissimo ovale dell’Alabama, con una vera e propria gara drag tra i due trenini, insolitamente molto ordinati per essere l’ultimo giro. Blaney ed Elliott, amici nel paddock quanto avversari in pista, si sportellano ripetutamente in uscita dalla prima sopraelevata. La spinta dei piloti dietro nel rettilineo opposto è fondamentale per decidere il vincitore della gara, con McDowell in soccorso di Blaney e Jones in soccorso di Elliott. Solo in uscita dall’ultima sopraelevata gli schemi si rompono definitivamente, con Elliott che allarga la traiettoria per non permettere a Jones di effettuare la classica fucilata sul traguardo, e Blaney che sulla parte bassa dell’ovale non ha a disposizione abbastanza velocità in uscita per fronteggiare Chase. Ryan gioca l’ultima carta, ovvero quella di sfruttare ogni millimetro di scia offerto dalla #9 per battezzare lo slingshot in uscita dal tri-oval. Elliott si dimostra però lesto e reattivo nel coprire l’attacco fulmineo del pilota della #12, spegnendogli così ogni speranza di vincere la gara. Chase Elliott taglia per primo il traguardo a Talladega, ottenendo il suo secondo successo in questo circuito dopo quello ottenuto nella gara primaverile del 2019.
CLASSIFICA FINALE DELLA GARA
- Chase Elliott #9
- Ryan Blaney #12
- Michael McDowell #34
- Ross Chastain #1
- Denny Hamlin #11
- Erik Jones #43
- Todd Gilliland #38
- Daniel Suarez #99
- Austin Cindric #2
- Chase Briscoe #14
- Landon Cassill #77
- William Byron #24
- Austin Dillon #3
- Aric Almirola #10
- Justin Haley #31
- Bubba Wallace #45
- Christopher Bell #20
- Kyle Larson #5
- Noah Gragson #48
- Kyle Busch #18
- Cole Custer #41
- Ricky Stenhouse Jr #47
- Ty Dillon #42
- Brad Keselowski #6
- Chris Buescher #17
- Martin Truex Jr #19
- Joey Logano #22
- Tyler Reddick #8
- Kevin Harvick #4
- Justin Allgaier #62
- JJ Yeley #15
- Cody Ware #51
- BJ McLeod #78
- Daniel Hemric #16 RITIRO
- Corey Lajoie #7 RITIRO
- Harrison Burton #21 RITIRO
- Ty Gibbs #23 RITIRO
CLASSIFICA PLAYOFF:
- Chase Elliott 3103 (+32)
- Ryan Blaney 3101 (+30)
- Ross Chastain 3097 (+26)
- Denny Hamlin 3090 (+21)
- Joey Logano 3087 (+18)
- Kyle Larson 3087 (+18)
- Daniel Suarez 3081 (+12)
- Chase Briscoe 3069 (0)
Piloti a rischio eliminazione
- Austin Cindric 3069 (0)
- William Byron 3058 (-11)
- Christopher Bell 3036 (-33) (must-win situation)
- Alex Bowman 3015 (-54) (must-win situation)