UN 2024 AD ALTA VELOCITA
Le differenze nel mondo del motorsport sono precise, marcate. Forse è il bello di questa passione, che può mostrarsi variegata fra differenze a livello ingegneristico, a livello di pubblico o a livello di regolamento.
Nelle pagine di ASZ Magazine vi ho raccontato la stagione della Nascar Cup Series, un piacere anche per i palati meno raffinati in questo 2024. Finali al Photofinish, colpi di scena e imprevisti assurdi e nessuna vittoria back to back (l’ultima risale a quella di Chris Buescher nell’estate del 2023), a segnalare la forte competizione presente nella massima categoria a ruote coperte negli ovali.
Fino a qualche anno fa, nell’era dei “Big 3” Kyle Busch, Kevin Harvick e Martin Truex Jr era impensabile vedere così tanta concorrenza. Eppure, il mondo cambia in fretta, e per chi si siede alla scrivania a raccontarlo, diventa un’esperienza ancora più affascinante. La fortuna di seguire una gara Nascar da vicino non è ancora arrivata, ma la vita in autodromo non è di certo mancata.
Partiamo da una categoria che forse è agli antipodi delle concezioni della Nascar in quasi tutte le sue forme… La Formula E, ovvero la serie full-electric per eccellenza ideata nel 2011 da Jean Todt durante una cena parigina. La categoria prese forma nel 2014 in quel di Pechino, e il finale forse è tra i più ricordati: Nicolas Prost e Nick Heidfeld si giocano la vittoria e nelle curve finali il primogenito d’arte di Alain, in testa alla gara, chiuse la traiettoria al teutonico.
Heidfeld venne colpito in pieno e la sua vettura, ormai fuori controllo, prese in pieno un dissuasore che spedì Nick a testa in giù dopo una serie di avvitamenti. Quella gara venne vinta da Lucas Di Grassi, poi campione della serie alla terza stagione.
Ad oggi molte cose sono cambiate rispetto al battesimo della serie, come l’introduzione dell’Attack Mod alla 5° stagione o il sistema di qualifiche introdotto all’8° stagione. Anche la filosofia dei circuiti, seppur non rivoluzionata, ha visto qualche cambiamento… e il passaggio dal cittadino di Roma al permanente di Misano per la stagione 2023-2024 ne rappresenta un esempio lampante. L’aumento di prestazione delle Gen3 rispetto alle Gen2 ha reso il circuito dell’EUR abbastanza pericoloso e non adatto ad ospitare la serie, ragion per cui Misano è stata la scelta ideale per conservare una tappa in Italia.
Il circuito dedicato a Simoncelli è teatro della 5° tappa della stagione 2023-2024, ma il layout utilizzato vede alcune modifiche volte a sopperire alle esigenze di ricarica delle monoposto. Il primo settore viene completamente rimosso da una scorciatoia, che va ad ignorare la tecnicissima Variante del Parco e la curva del Rio. Ci si butta subito tramite un tornantino nel rettilineo che accompagna i piloti alla Quercia e la configurazione rimane immutata fino al Curvone, dove viene installata una chicane artificiale molto stretta e complicata da affrontare.
Il settore finale è il medesimo e una delle curve più determinanti dal punto di vista cronometrico è la curva del Carro, dalla quale i piloti sono chiamati ad ottimizzare l’accelerazione senza sacrificare troppo la percorrenza.
Il weekend prende il via, come da tradizione, il venerdì, con l’accesso “libero” alle tribune e i piloti che, al calar del sole, iniziano a familiarizzare con l’asfalto durante la prima sessione di prove libere. Vero è che per chi ama il lato passionale e old-school del motorsport, abituato per esempio alla sinfonia dei 10 cilindri aspirati, potrebbe far fatica ad apprezzare il fischio di queste vetture, che è da sottolineare abbastanza rumoroso.
Il sabato è già giorno di gara; infatti, l’E-Prix di Misano prevede 2 gare nell’arco del weekend, anticipate entrambe dal particolarissimo format di qualifica, ovvero i duelli. Durante il sabato l’azione in pista per la seconda sessione di libere inizia molto presto, alle 8 del mattino, con i piloti che si ritrovano a guidare su una pista molto più fredda e scivolosa rispetto a quanto provato il venerdì.
La giornata è comunque abbastanza calda, non solo a livello di temperature. A tribune rivolte verso al Carro, durante i primi minuti delle qualifiche, molti piloti spingono e alcuni di questi, alla piega che introduce al noto “tornantone”, spiccano il volo sul salsicciotto giallo (tra i quali Mitch Evans) assumendosi i rischi del caso.
Tra gli 8 finalisti delle qualifiche manca clamorosamente Antonio Felix Da Costa, non in sintonia con il tracciato. Wehrlein, Rowland, Vergne, Gunther, Evans, Bird, Hughes e un po’ a sorpresa Muller sono gli 8 finalisti della prima qualifica. Nel classico formato a duelli la spuntano Mitch Evans e Jean Eric Vergne, che saranno protagonisti dello scontro finale. Il duello finale e, di conseguenza la pole position è di Evans, in grado di rifilare 2 decimi al Francese.
Si arriva al momento tanto atteso, ovvero lo spegnimento dei semafori. La gara prende subito una piega che ricorda i pack racing delle gare Nascar a Daytona, Talladega e Atlanta di cui vi ho raccontato in alcuni articoli.
La track position delle qualifiche non ha praticamente valenza a causa della prima fase dedicata alla gestione della carica della batteria. A giocare un ruolo fondamentale nella contesa della vittoria è l’intelligenza tattica nello sfruttare a proprio vantaggio i 2 passaggi per l’Attack Mod. La vittoria della gara alla fine va ad Antonio Felix Da Costa, ma una molla sul suo acceleratore gli causa la squalifica, consegnando di fatto la vittoria a Oliver Rowland.
Tra una sessione e l’altra ci si può gustare l’ambiente del retro-paddock, quasi definibile un “parco di divertimenti”. La Fan Zone è piccola ma accogliente: Simulatori, mostre e numerose attività che permettono agli appassionati di non annoiarsi dentro alle mura dell’Autodromo. Petronas, lo sponsor di Maserati, ha pensato di schierare nel suo stand due postazioni dotate di Fanatec e pedaliera a cella di carico, offrendo l’opportunità ai ragazzi di girare sulla pista di Misano provando a sfidare almeno virtualmente i protagonisti della Formula E.
Non mancava la mostra delle gomme Hankook, che hanno intrapreso la “sfida sostenibile” con la Formula E dall’introduzione delle GEN 3, così come il giocoso percorso creato da Nissan, che, tramite mini-attività, è riuscita nell’intrattenere gli oltre 20mila spettatori presenti nell’E-Prix di Misano.
La seconda gara può disporre di un’affluenza maggiore e le tribune sono gremite per la partenza di gara 2. Le conoscenze della pista vengono limate dai piloti e i meno errori presenti in qualifica (conquistata sempre nel formato dei “duelli” con Hughes) ne sono la dimostrazione. La gara, sempre in una sorta di pack-racing, sarà una questione differente, con un numero di contatti maggiore a causa dell’aggressività dei piloti dovuta alla loro confidenza (e alla quasi non curanza di portare le macchine a casa).
La bandiera a scacchi sarà sventolata quasi in volata e Pascal Wehrlein rivendica il mancato successo del compagno di casacca Da Costa. Il coinvolgente spettacolo in pista si conclude con due podi vivaci e festosi, dove la folla, radunata sotto il podio, ha l’opportunità di interagire e avvicinarsi ai piloti.
Impressioni del weekend dell’E-Prix? Pregevole anche se non si è grandi seguaci dell’elettrico, non solo per l’azione in pista, ma per la vivacità dell’ambiente circostante.
Tuttavia, parlando di gare, c’è un evento che rappresenta la quintessenza di questa passione, capace di unire piloti provenienti da categorie diverse per affrontare una sfida unica… Un evento che racchiude piloti che vengono dalle categorie più disparate per prendere parte ad una maratona su un circuito che racchiude quasi ogni tipologia di curva.
Un evento che si disputa nella provincia “72” della Francia, a 100 km a Nord di Tours. Parliamo della 24 Ore di Le Mans, il cui primo evento risale al 1923. Da allora ne è nata una leggenda su quella che è la pista di La Sarthe, un vero e proprio luogo di pellegrinaggio per gli amanti dei motori. C’è chi viene a vedere la gara prendendosi un hotel nelle vicinanze, ma anche chi desidera allocarsi in mezzo alla pista tramite tende, roulotte o campers per tutta la Settimana Santa del motorsport.
L’ambiente nei campeggi, costituito perlopiù da Inglesi, Francesi, Danesi e Tedeschi è un ambiente spensierato, di condivisione e di familiarità. Per chi alloggia in circuito ha la fortuna di guidare dentro alla pista di Le Mans con il proprio mezzo, essendo aperta al traffico ad eccezion fatta per la sezione “Bugatti”.
Durante la settimana più importante dell’anno, la città di Le Mans cambia completamente vesti rispetto alla normalità, con pubblicità riguardanti la “Regina delle gare” in ogni angolo e un raduno di auto stradali ed epoca nella piazzetta davanti alla Cattedrale.
I prezzi subiscono un’impennata a causa dell’affluenza straordinaria, con una città di 150.000 abitanti che si trova ad ospitare, oltre ai residenti, ben 329.000 spettatori. Un appeal incredibile considerata sia la partecipazione di Valentino Rossi con la BMW M4 #46 schierata da WRT, sia la vittoria del Cavallino ottenuta nel 2023 con uno dei gioiellini di Cannizzo, ovvero la 499P.
L’azione in pista comincia già una settimana prima, quando il paddock si ritrova spoglio delle varie attività, come negozi e fan-zone. Alla domenica prima della gara le squadre fanno assaggiare ai piloti i primi km dell’illustre nastro d’asfalto “sarthois”. Si può apprezzare da qualunque tribuna il mastodontico suono delle Hypercar e, in particolar modo, gli 8 cilindri delle Cadillac, che rimbombano nelle orecchie degli amanti per tutto l’arco della settimana.
Il lunedì rappresenta la quiete prima della tempesta ed è ideale per visitare la città di Le Mans anche da un punto di vista meno motoristico, con la Place de la Republique che rappresenta una delle icone della città, in special modo per lo shopping.
Il martedì i motori rimangono ancora spenti, ma si tratta del giorno migliore per interagire con piloti e addetti ai lavori. La pit-lane apre per un’ora di autografi e alcuni piloti, oltre a firmare merchandising, si rendono disponibili a scambiare due chiacchiere con i fans. Dal momento che il vostro “insider” parla di gare oltreoceano non poteva evitare di incontrare Scott Dixon e Alex Palou, i due piloti del team Ganassi in Indycar che hanno deciso di intraprendere la sfida di Le Mans, il primo sulla Cadillac #3 con Sebastien Bourdais e Renger Van Der Zande e il secondo sulla Cadillac #2 con Earl Bamber e Alex Lynn. Molti di essi, seppur consapevoli di affrontare uno dei fine settimana più importanti dell’anno, sono relativamente tranquilli e disponibili e la loro giornata non prevede impegni cruciali. I team sfoggiano le proprie macchine in una pitlane satura di persone, consentendo alle stesse anche qualche carezza sulle fiancate.
Le prime attività nel gigantesco paddock di Le Mans aprono, così come i simulatori di Le Mans Ultimate, il videogioco dedicato al campionato WEC. Le attività da provare sono infinite e le fan-zone si aprono anche nelle zone relative ai campeggi, utili non solo a svagarsi ma anche ad accedere a beni come cibo, bevande e powerbank.
Dietro alle tribune che si affacciano sul rettilineo del traguardo sono presenti innumerevoli negozi di modellini e quadri, oltre a postazioni di guida e un curiosissimo stand in cui si assume il ruolo di meccanico per simulare l’esperienza del cambio gomme. La zona del paddock è altrettanto ampia e colma di attività da fare, oltre a numerosissimi negozi di accessori, prodotti e gadget esclusivi.
Visitando il vivace paddock dell’evento è possibile ammirare la mostra di MissionH24, promotrice dell’uso dell’Idrogeno nelle competizioni. Tra gli stand della mostra è presente anche la Alpenglow Hy4, dotata di un motore termico ad idrogeno, un 4 cilindri turbo, che garantisce una simbiosi tra sound e sostenibilità.
Arriva il tanto atteso mercoledì per le attività in pista e le squadre cominciano a fare sul serio. In mattinata, però, non sarà il campionato WEC a tagliare il nastro, ma la VW Fun Cup, una delle serie di supporto alla 24 ore di Le Mans che vede iscritti ben 60 Maggiolini. Se vi dicessi che nel calendario della categoria sia presente una gara più lunga della 24 ore di Le Mans? Ebbene sì, la “25 Ore di Spa”, disputatasi come appuntamento successivo alla “4 Ore di Le Mans” del venerdì. La seconda categoria è il Lamborghini Super Trofeo e, a seguire, la Road To Le Mans (propedeutica campionato WEC). Al pomeriggio arriva finalmente il turno del WEC e l’atmosfera della 24 Ore si fa sempre più insistente.
Anche il Museo vede un’affluenza sempre maggiore, in quanto conoscere la storia della competizione è molto importante… specialmente avvicinandosi alle vetture che hanno scritto la storia del mondiale Endurance. Nel Museo potete ripercorrere in ordine cronologico la storia della 24 Ore di Le Mans ammirando la Ford GT40 (famosa nel film di Le Mans 66 con Steve McQueen), l’iconica Porsche 917K, dotata del suo potentissimo motore a 12 cilindri e la Mazda 787, la quale non ha bisogno di presentazioni. Solo compiendo gli ultimi passi del museo sarete circondati dalla Bentley Speed 8, vincitrice dell’edizione 2003 della 24 ore di Le Mans, all’illustre Audi R8 fino ad uno dei gioielli meglio riusciti da Toyota, la TS050. L’elenco delle auto storiche si allunga sensibilmente, ma ci metterei una vita ad elencarvele tutte!
Passiamo al giovedì, ossia il giorno di qualifica. Si può sempre girare liberamente l’autodromo eccezion fatta per le tribune, che vengono da quel momento riservate. I posti per vedere i piloti spremere le proprie vetture sono innumerevoli, ma la staccata della curva Indianapolis è forse uno dei punti più affascinanti e determinanti del giro a secco.
Si parla di una piega a destra che sbilancia la frenata delle vetture che arrivano a 320 km/h e mette a dura prova le abilità di guida. La pole position è ad opera del pilota Porsche #5 Kevin Estre, reduce di una sconfitta terribile alla 24 Ore del Nurburgring a causa di un meteo non di certo clemente, che ha accorciato la gara alle sole 9 ore. Il verdetto della qualifica vede Cadillac posizionarsi bene, Ferrari assicurarsi la seconda fila con le due vetture ufficiali, e le Toyota arrancare (tutte e due straordinariamente fuori dalla top 10).
Venerdì è l’occhio del ciclone della settimana, che vede in pista la sola azione delle Fun Cup al mattino, mentre al pomeriggio i cancelli della pista aprono per la track walk. In una camminata di circa 3 ore vi è la possibilità di centellinare le curve di Le Mans scorgendo anche tutto ciò che circonda la pista, dalle case dei “beati” che vivono dentro ai confini del tracciato ai supermercati e hotel a bordo barriera.
Il tracciato accoglie migliaia di biciclette, monopattini e tanto altro. Nelle vie di fuga si possono trovare i detriti degli incidenti e dei contatti avvenuti durante le prove, con frammenti di carbonio che spesso finiscono per diventare insoliti souvenir. Ma i ricordi più preziosi sono le immagini che circondano la pista di La Sarthe, che, a tutti gli effetti, lasciano un’impressione diversa rispetto a quella rilasciata dai videogiochi.
La potente staccata di Mulsanne, la curva dedicata al paesino presente nelle vicinanze, diventa un luogo di raduno per auto sportive e il sottofondo dei motori lascia spazio alla musica folk e al country. Ma quell’atmosfera allegra e rilassata sembra voler nascondere l’attesa della gara, in quelle stesse curve che diventeranno teatro di innumerevoli battaglie.
Prima del giorno della gara, nei campeggi l’atmosfera notturna, solitamente dinamica e rumorosa, si fa più tranquilla e quieta, poiché è essenziale riposare per essere pronti, svegli e vigili durante la maratona. Dormire durante la gara non è un’opzione! La pressoché soleggiata settimana di Le Mans si trasformerà in un weekend caratterizzato dal maltempo.
L’inizio è però su pista asciutta e i tanti tifosi rosso vestiti presenti ad assistere alla gara esultano al colorito via di Nielsen (passato da 4° a 1° nel giro di apertura) e al vivace inizio di Giovinazzi, al 4° giro salito in seconda posizione. Le ore passano e il meteo si incattivisce, con un vento abbastanza importante che comincia sollevarsi. Alla sera è raccomandabile salire sulla ruota panoramica posta prima delle curve Ford per vedere le vetture viaggiare dall’alto ammirando una buona porzione della pista.
Le condizioni meteorologiche si complicano alla 12° ora di gara, nel cuore della notte, quando si mostra necessario prepararsi al freddo “Atlantico” e alla pioggia. Le condizioni degenerano e la gara viene neutralizzata dalla Safety Car, impiegata per più di quattro ore (mai successo prima a Le Mans). Se non volete vivere un incubo in autodromo in caso di maltempo, un consiglio spassionato è quello di vestirsi bene, procurandovi un k-way e un ombrello… non sottovalutate il meteo in pista anche da spettatori!
Ma se la notte della gara è un incubo, specialmente considerando la gara interrotta, il pomeriggio di Le Mans è un sogno, non solo per i Ferraristi. Nielsen conclude da vincitore la 24 ore di Le Mans in fuel mileage contenendo la #7 di Lopez, autrice di una buona gara malgrado i problemi tecnici nella notte. Con Nielsen che condivide il successo con Fuoco e Molina in quella che è la seconda vittoria consecutiva della 499P, i seguaci di fedi diverse corrono all’unisono a festeggiare il podio, indipendentemente dal fatto che avesse vinto il Cavallino.
Chi si affaccia alla Dunlop può raggiungere il podio in una corsa spensierata e da sogno, un must per chi vuole vivere la passione di Le Mans a 360°. Non voglio dilungarmi ulteriormente, in quanto sono passioni il cui racconto non può in alcun modo eguagliare le sensazioni. L’ambiente di Le Mans tra appassionati e anche addetti ai lavori è amichevole e le “rivalità sportive” che si formano hanno toni molto scherzosi e smorzati. Non aspettatevi di incontrare tifoserie ultras, ma persone accoglienti e contente di vivere la propria passione. Se amate le gare, se amate i motori, Le Mans sarà una rivoluzione per la vostra vita!
Dopo aver vissuto da spettatore l’apice del motorsport, sarebbe mancato un tassello se non ci fosse stata la visita ad uno degli ACI Weekend. Le categorie in pista sono numerosissime come sempre; Euro4, Campionato Italiano Autostoriche, Mini Challenge, F2000, Porsche Carrera Cup Italia, Campionato Italiano Gran Turismo Sprint GT3 e GTCup. Le attenzioni sono rivolte in particolar modo a quest’ultima, con la possibilità di seguire il fine settimana sotto l’ala della Scuderia Best Lap, seguendo da vicino la Ferrari 488 #178 affidata a Mattia Bucci e Filippo Croccolino.
Il team in questione schiera altre due vetture, ovvero la #111 dei velocissimi Lorenzo Pegoraro e Simone Patrinicola e la #218 curata da Gianluigi Simonelli e Giovanni Naldi. È possibile seguire ogni sessione da qualunque tribuna aperta del tracciato, anche nella zona sovrastante i box. L’accesso ai box è garantito da parte della maggior parte dei team e le interazioni con i piloti sono estremamente facilitate rispetto alla Formula E e al WEC. In aggiunta, chi si trova a Monza in occasione del primo ACI weekend del mese ha l’opportunità di conoscere nomi illustri, come Raffaele Marciello (nel GT3 Sprint) e Kolle Rovanpera, bicampione del WRC in forza a Toyota Gazoo Racing che coltiva allo stesso tempo il sogno di correre Le Mans partecipando alla Porsche Carrera Cup Italia.
In ogni caso seguire un fine settimana all’interno di una squadra ha un sapore di certo differente; gioie e dolori vengono condivisi ed è impossibile non mostrare empatia per i sentimenti dei piloti. L’equipaggio #178 ha potuto vivere un sabato al miele, con un Bucci che è riuscito a raccogliere un 2° posto dopo una partenza dalla 3° posizione. Con una gara accorciata per problemi di visibilità, il pilota Abruzzese è riuscito dapprima a concludere con successo una manovra magistrale all’esterno della prima variante ai danni di un comunque audace Zanon. Con la gara interrotta a causa dell’avanzare della notte, a trionfare è l’equipaggio della #103, schierato da EasyRace, con Di Fabio protagonista di un’ottima prestazione. Il secondo posto collezionato da Mattia Bucci regala un sorriso a 64 denti all’interno del box della Scuderia Best Lap.
Nella giornata di Domenica l’attenzione è rivolta a Gara 2, con l’equipaggio #178 che ha modo di scattare dalla stessa posizione di partenza di Gara 1. Stavolta sarà il Senese Filippo Croccolino a prendere le redini della partenza. Il Toscano, al via, perde la posizione in favore di Edoardo Borelli, al volante della 488 #250 condivisa con Lorenzo Casè. A 38 minuti dal calare della bandiera a scacchi, Croccolino riesce a recuperare la posizione sulla #177 affidata al belga Gilles Renmans nel rettilineo che introduce alla parabolica, riuscendo poi a contenere il suo avversario alla staccata della Prima Variante.
Ma i primi problemi cominciano ad assillare il mezzo schierato da Best Lap, con dei problemi al cambio che complicano la gara ottima della #178. A 22 minuti dalla conclusione si effettua il pit-mandatory con Croccolino che lascia in eredità il sedile a Bucci per la seconda parte di gara in una vera e propria danza di soste. La #178 non ne esce benissimo dal valzer ai box, con una posizione persa in favore della #177, tornata in seconda posizione. Ma la gara prenderà una piega più amara del previsto; oltre ai problemi sulla trasmissione, la tranquillità viene messa a repentaglio dall’ingresso della Safety Car intervenuta a causa del testacoda della Porsche 911 #210 di Meulders.
Con il trenino che si ricompatta, la bandiera verde torna a sventolare a 9 minuti dalla fine, ma curva 1 diventa teatro del misfatto; Zanon e Oliva vengono a contatto e a farne le spese è l’incolpevole Bucci, travolto dalla trottola impazzita di Oliva che si solleva e finisce per accavallarsi al posteriore della Ferrari #178 mentre Zanon colpisce con violenza la vettura condotta da Lorenzo Casè.
Tutte le vetture coinvolte nell’incidente sono distrutte e la felicità dal lato box appartenente al #178 è un ricordo celato da questo brutto episodio in un’atmosfera di grande delusione. Le attenzioni della regia, inoltre, si concentrano su Lorenzo Casè, rimasto ferito nell’incidente. Il 50enne non è nuovo a episodi sfortunati, avendo già vissuto momenti difficili in passato, come l’incidente di Imola nel 2016, che lo costrinse a un lungo percorso di riabilitazione.
Se il weekend non si è concluso nel miglior modo possibile, rimangono comunque indelebili i ricordi di felicità ed esultanza del sabato, oltre a quelli condivisi con i giornalisti.
Un 2024 che, vissuto seguendo ogni categoria disparata del motorsport, porta con sé tanti momenti meravigliosi, che ho avuto il piacere di condividere in questo articolo. Un ringraziamento va ad Enrico e ad ASZ Magazine, per la condivisione della passione per la Nascar. Un augurio va anche a voi lettori, per un 2025 colmo di entusiasmo dal punto di vista motoristico e non solo!
Dopo due “New Entry” come le ragazze di Formula Subject e Roberto Carli, l’articolo di recap del 2024 è firmato da Mark Bruno, oramai “insider” di vecchia data su ASZ Magazine, sempre puntuale e preciso nel farci avere notizie dal mondo Nascar, ma leggendo questo bellissimo e profondo articolo, abbiamo notato come Mark, sia come noi e come i ragazzi che collaborano con ASZ Magazine, un grande appassionato di Motorsport, per cui ancora una volta, la passione come sempre per noi è la vera “benzina” di questo progetto ASZ Insider.
Un ringraziamento speciale a Mark, per tutto quello che ha fatto per ASZ Magazine e per lo sviluppo della rubrica ASZ Insider, nostra colonna portante.