ASZ Insider#113: Nascar Cup Series 2024 Pocono

ANNOUNCEMENT MOTORSPORT

BLANEY RICONQUISTA POCONO

L’alfiere del team Penske è riuscito ad imporsi nuovamente nella pista che l’ha visto trionfare per la prima volta in Cup Series.

Uno degli appuntamenti obbligati del calendario della Nascar è il Tricky Triangle. Il triovale più atipico in America è caratterizzato da tre curve molto differenti fra di loro. La prima, con 14° di banking, si ispira alla sopraelevata finale del defunto Trenton Speedway. La Tunnel Turn, di 8°, è ispirata alle curve di Indianapolis, mentre la Big Bend, 6°, si rifà al Milwaukee Mile. 

QUALIFICHE

La pole position è conquistata per la seconda volta in carriera da Ty Gibbs, che riesce ad anteporsi a Byron per più di un decimo. 

GRIGLIA DI PARTENZA

Pilota Marchio Auto
1 Ty Gibbs Toyota 54
2 William Byron Chevrolet 24
3 Martin Truex Jr. Toyota 19
4 Denny Hamlin Toyota 11
5 Josh Berry Ford 4
6 Alex Bowman Chevrolet 48
7 Tyler Reddick Toyota 45
8 Ryan Blaney Ford 12
9 Zane Smith Chevrolet 71
10 Joey Logano Ford 22
11 Chase Elliott Chevrolet 9
12 Kyle Larson Chevrolet 5
13 Christopher Bell Toyota 20
14 Brad Keselowski Ford 6
15 Carson Hocevar Chevrolet 77
16 Daniel Suarez Chevrolet 99
17 Austin Dillon Chevrolet 3
18 Chris Buescher Ford 17
19 Ross Chastain Chevrolet 1
20 Austin Cindric Ford 2
21 Michael McDowell Ford 34
22 Harrison Burton Ford 21
23 Erik Jones Toyota 43
24 Kyle Busch Chevrolet 8
25 Noah Gragson Ford 10
26 AJ Allmendinger Chevrolet 16
27 Daniel Hemric Chevrolet 31
28 Chase Briscoe Ford 14
29 Bubba Wallace Toyota 23
30 Corey LaJoie Chevrolet 7
31 Ricky Stenhouse Jr. Chevrolet 47
32 John Hunter Nemechek Toyota 42
33 Todd Gilliland Ford 38
34 Justin Haley Ford 51
35 Cody Ware Ford 15
36 Ryan Preece Ford 41
37 J.J. Yeley Chevrolet 44

STAGE 1 (30 giri)

L’azione inizia ancor prima del cerimoniale pre-gara. I meccanici del team di Richard Childress, con l’aiuto di quelli di Trackhouse ed Hendrick Motorsport, lavorano sulla Camaro numero 8 di Kyle Busch, che presenta una perdita d’olio importante. Insieme a Corey LaJoie, il campione di Las Vegas è chiamato a partire in fondo al gruppo per unapproved adjustments. 

Il plotone viene condotto dal poleman Ty Gibbs, che, affiancato a Byron, rifila lo strappo alla bandiera verde sul lunghissimo rettilineo del traguardo. Il gruppo si mostra molto cauto nell’inserimento alla prima curva e Gibbs, sull’esterno, è in grado di conservare la testa della gara. Il pilota di Charlotte, tuttavia, prova a sferrare un secondo attacco nel rettilineo Long Pond verso la curva tunnel, tenendo una traiettoria interna. Lo scontro dura fino all’uscita dall’ultima curva, la Big Bend, con Gibbs che transita sulla linea del traguardo ancora in testa.

La lunghezza del primo stage è inferiore alla finestra di consumo del carburante, prevista a partire dal 37° giro. Ty Gibbs dopo i primi 7 passaggi rifila oltre 2 secondi al suo primo inseguitore Byron, che viene anche puntato da Truex ed Hamlin. Il pilota Joe Gibbs Racing della #11 suggerisce via radio di fare gioco di scia con il compagno di casacca Truex al fine di passare il portacolori di Hendrick Motorsport.

Il piano verrà ben presto archiviato a causa del primo incidente di giornata. Noah Gragson, al 14° giro, perde il controllo e accartoccia il retrotreno della sua Mustang nella percorrenza in curva 1, con l’impossibilità di proseguire. Il 26enne del Nevada rivela la spiegazione dell’incidente con l’aver attuato una modifica sul setup tra la qualifica e la gara, rendendo l’auto meno sottosterzante ma più nervosa allo stesso tempo.

Con la caution in auge, si svelano i primi piani strategici, con Gibbs, Byron, Truex, Hamlin, Reddick, Blaney, Bowman, Larson, Berry, Cindric, Allmendinger, Wallace, ovvero i primi 9, che non rientrano, mentre Christopher Bell è il primo dei piloti a fermarsi. I piloti che cambiano due gomme sono McDowell, Briscoe, Gilliland. 

La bandiera verde viene nuovamente data al 18° passaggio, e la prima fila è la medesima della partenza. L’esito del primo giro ha risvolti diversi, con Gibbs che effettua un inserimento troppo fiducioso alla prima curva, che lo relega in 7° posizione. Non è l’unico pilota a sbagliare, in quanto anche Josh Berry commette lo stesso errore, pagando anche il prezzo più caro e sprofondando nella coda del gruppo.

Lo scatto più esaltante è quello di Truex, che nel Long Pond Straight riesce ad anteporsi a Byron, il quale non ha interpretato al meglio l’uscita di curva 1. Alla fine dello stesso giro, Josh Berry rientra in pit road ed effettua il cambio gomme completo sotto regime di bandiera verde, che permette di restare nel giro del leader data la lunghezza del circuito. Prima della fine dello stage si sacrificano anche Wallace, Blaney, Gibbs, Smith, Larson, Cindric e Chastain, che effettuano il servizio totale in pit road. Con una leadership di un secondo, a terminare i primi 30 giri in testa è Martin Truex Jr, che si porta a casa il primo stage. 

TOP 10 STAGE 1

Pilota Costruttore Numero
1 Martin Truex Jr. Toyota 19
2 Denny Hamlin Toyota 11
3 Tyler Reddick Toyota 45
4 William Byron Chevrolet 24
5 Chase Elliott Chevrolet 9
6 Alex Bowman Chevrolet 48
7 Joey Logano Ford 22
8 Brad Keselowski Ford 6
9 Christopher Bell Toyota 20
10 Erik Jones Toyota 43

STAGE 2 (65 giri)

Truex Jr, Hamlin, Byron, Elliott, Preece, Hemric, Allmendinger, Dillon, Ware, Reddick, Bowman, Yeley e Berry, ovvero i piloti che sono rimasti fuori nel corso del primo stage, effettuano il pit-stop. Sono addirittura 16 i piloti che continuano, a partire dagli ex-compagni di squadra Logano e Keselowski, che terranno le corde della prima fila per l’inizio del secondo stage.

Nell’ingresso alla prima curva, Logano finisce troppo profondo e si tira fuori dalla contesa, mentre Keselowski si occupa della tutela della sua prima posizione, messa sotto minaccia da Jones. Non passa di certo in sordina il guadagno di posizioni di Chase Elliott al termine del primo giro, che si arrampica agevolmente dalla 14° alle 4° piazza. Sembra che la corsa cominci a mantenere un certo ordine dopo una ripartenza leggermente più accesa, ma alla 52° tornata sventola la seconda bandiera gialla.

Stavolta è Ross Chastain, che finisce in sovrasterzo in uscita dalla Big Bend e colpisce le barriere esterne massacrando la fiancata sua Camaro. Il pilota Trackhouse della Florida è forzato al ritiro e, in ottica campionato, si ritrova sulla graticola della zona playoff. 

Gibbs, Cindric e Berry rimangono fuori e si prendono le posizioni al vertice, mentre Hamlin, Truex, Byron, Blaney, Smith, Larson, Bowman e Preece cambiano due gomme (la restante fetta del gruppo ne cambia 4). Piovono le prime penalità con Hocevar (per equipment interference), Gilliland per speeding e Burton per safety violation. 

Si riparte al giro 59°, con Gibbs che si piega allo scatto ottimale di Berry, che passa agilmente in testa al gruppo. Al giro successivo è il turno di Hamlin, che dopo essersi sbarazzato di Cindric al via, si mette davanti anche al compagno di squadra della #54, in modalità lift-and-coast. Berry, sulla stessa strategia di Gibbs, è in gestione. Difatti, la progressione di Hamlin scatena il secondo e breve confronto con lo stesso Berry, che deve subito alzare bandiera bianca al 67° giro della gara.

I piloti che non sono rientrati sotto caution imboccano la fast-lane a partire dal 72° passaggio, con Cindric ad essere il primo a fermarsi. Gibbs si ferma 3 giri dopo mentre Berry prosegue la sua corsa fino al 77° giro. È un secondo stage in fuel mileage, in una delle piste in cui è “più facile” adottare la classica tecnica del lift-and-coast, con il mantenimento delle marce anche nelle curve più lente dove si è soliti scalare.

Elliott, in 2° posizione, prova a ricucire il gap con Hamlin ignorando per due giri la gestione del carburante, ma con un guadagno di soli 2 decimi decide di abbandonare il confronto con il leader della gara e di occuparsi di tenere quanto più bioetanolo possibile nel serbatoio.

Prima del termine della seconda porzione di gara, Hamlin riesce ad interporre fra sé ed Elliott ben 5 secondi, che gli permettono di ottenere la conquista del secondo stage in scioltezza. 

TOP 10 STAGE 2

Pilota Costruttore Numero 
1 Denny Hamlin Toyota 11
2 Chase Elliott Chevrolet 9
3 Brad Keselowski Ford 6
4 William Byron Chevrolet 24
5 Erik Jones Toyota 43
6 Kyle Larson Chevrolet 5
7 Alex Bowman Chevrolet 48
8 Christopher Bell Toyota 20
9 Joey Logano Ford 22
10 Tyler Reddick Toyota 45

STAGE 3 (65 giri)

Buescher, Berry, Blaney, Gibbs e Truex sono gli unici piloti che rimangono fuori, mentre Reddick è la prima auto che esce dalla fast-lane. 

L’inizio dell’ultima parte di gara vede Buescher e Berry monopolizzare la prima fila, con la prima delle Chevy solamente in 10° posizione (Larson). Truex e Blaney, dalla seconda fila, tentano di rompere le redini della fila frontale e, nel Long Pond Straight, la battaglia è a tre. Berry rimane incollato al muretto esterno, mentre Truex e Blaney scartano con decisione verso l’interno.

Blaney prova ad infilarsi in mezzo a Truex e a Berry per formare un three wide alla Tunnel Turn. Berry, su un’altra strategia, si tira fuori dalla lotta prima dell’inserimento effettivo e il confronto fino all’uscita dalla Big Bend si limita ai soli Truex e Blaney, con quest’ultimo in grado di portarsi a casa la seconda posizione. 

Dopo 10 giri arriva un nuovo pit-stop per Josh Berry, che, tuttavia, perde molto tempo dopo aver fatto un’entrata decisamente scivolosa sulla sua piazzola. Il tempo perso lo tira fuori dal giro del leader, anche se il 33enne del Tennessee ha a disposizione il free-pass.

Le diverse scelte strategiche hanno ancora un punto interrogativo, ma un’altra caution scombina le carte. Il rotore della Mustang di Gilliland subisce un cedimento e il nativo della North Carolina striscia sulle barriere della prima curva. 

La neutralizzazione unifica le strategie, con tutti i piloti che pittano. È un valzer di pit-stop in una tempesta di penalità: Larson, Elliott, Gibbs e Suarez ricevono una penalità di speeding, tutti nella “Section 7”, teatro anche di ben 33 speeding inspiegabili nel pre-gara. Quella della “Section 7”, posta proprio dinnanzi al traguardo, rimarrà in ogni caso un mistero. 

La gara riparte al giro 121 e Blaney ed Hamlin sono in prima fila. Hamlin, sull’interno, parte a rilento. Nelle retrovie regna il caos e si formano ben 6 file. Ancora prima dell’entrata in curva 1, LaJoie tocca il posteriore di Busch, che si gira e rientra pericolosamente in traiettoria.

La trottola impazzita colpisce diverse altre vetture, con Cindric, Allmendinger, Burton, Preece, Stenhouse e Hocevar che vengono trascinati nell’incidente. Suarez, dal canto suo, evita per un soffio di essere coinvolto nella carneficina mostrandosi particolarmente scaltro e reattivo. 

Non ci sono da segnalare grandi soste e al giro 127 si riparte con la medesima formazione. Anche questa volta gli incidenti non mancano. In uscita da curva 1 Smith e Nemechek collidono e terminano la propria corsa contro le barriere interne.

Le operazioni di restart si ripetono al giro 132, ma stavolta con Bowman ad affiancare Blaney. Il colpo di scena è dietro l’angolo, in quanto il motore della Camry di Gibbs va in fumo e l’olio lasciato in pista costringe la Nascar a fermare nuovamente la corsa. Gibbs, il poleman di giornata, è costretto al ritiro e la sua striscia senza vittorie nella massima categoria prosegue. 

Il via definitivo si ha al giro 138. Hamlin, Logano e Bell sulla fila esterna rischiano di fare la frittata, mentre Blaney si libera i fianchi già in uscita dalla prima curva, con Bowman ad accodarsi. Il nativo dell’Ohio allunga velocemente il suo vantaggio sul vincitore della scorsa gara a Chicago, il quale deve guardarsi da Hamlin. Denny Hamlin sferra l’attacco su Alex Bowman a 8 giri dalla conclusione e si spiana la strada per allarmare Blaney.

Il distacco rimane intorno ai 2 secondi, ed Hamlin non mostra un ritmo sufficientemente superiore per passare il suo avversario. Blaney completa gli ultimi giri al comando e porta a casa la seconda vittoria stagionale dopo quella ottenuta in Iowa. La 12° vittoria in carriera per il campione in carica è arrivata nella pista in cui ha ottenuto il suo primo successo a bordo della #21 del team di Wood Brothers.

RISULTATI

Pilota Auto Marchio Giri Partenza Giri in testa Punti
1 Ryan Blaney 12 Ford 160 8 44 40
2 Denny Hamlin 11 Toyota 160 4 31 54
3 Alex Bowman 48 Chevrolet 160 6 0 43
4 William Byron 24 Chevrolet 160 2 0 47
5 Joey Logano 22 Ford 160 10 3 38
6 Tyler Reddick 45 Toyota 160 7 0 40
7 Brad Keselowski 6 Ford 160 14 20 41
8 Martin Truex Jr. 19 Toyota 160 3 14 39
9 Chase Elliott 9 Chevrolet 160 11 0 43
10 Bubba Wallace 23 Toyota 160 29 0 27
11 Chris Buescher 17 Ford 160 18 19 26
12 Christopher Bell 20 Toyota 160 13 0 30
13 Kyle Larson 5 Chevrolet 160 12 0 29
14 Erik Jones 43 Toyota 160 23 0 30
15 Chase Briscoe 14 Ford 160 28 0 22
16 Daniel Suarez 99 Chevrolet 160 16 0 21
17 Carson Hocevar 77 Chevrolet 160 15 0 20
18 Austin Cindric 2 Ford 160 20 0 19
19 Corey LaJoie 7 Chevrolet 160 30 0 18
20 Josh Berry 4 Ford 160 5 8 17
21 AJ Allmendinger 16 Chevrolet 160 26 0 0
22 Justin Haley 51 Ford 160 34 0 15
23 Austin Dillon 3 Chevrolet 159 17 0 14
24 Michael McDowell 34 Ford 157 21 0 13
25 Daniel Hemric 31 Chevrolet 153 27 0 12
26 Cody Ware 15 Ford 134 35 0 11
27 Ty Gibbs 54 Toyota 132 1 21 10
28 John Hunter Nemechek 42 Toyota 126 32 0 9
29 Zane Smith 71 Chevrolet 126 9 0 8
30 Ryan Preece 41 Ford 121 36 0 7
31 Harrison Burton 21 Ford 121 22 0 6
32 Kyle Busch 8 Chevrolet 120 24 0 5
33 Ricky Stenhouse Jr. 47 Chevrolet 120 31 0 4
34 Todd Gilliland 38 Ford 115 33 0 3
35 J.J. Yeley 44 Chevrolet 112 37 0 0
36 Ross Chastain 1 Chevrolet 53 19 0 1
37 Noah Gragson 10 Ford 13 25 0 1

La prossima tappa del calendario Nascar è Indianapolis. Si ritornerà a gareggiare sull’ovale dopo 3 anni in cui era stato adottato il Road Course. Il cerimoniale partirà Domenica 21 alle 20:30 nostrane. 

 

Scritto da Mark Bruno